Realtà o Suggestione?
Il caso Bossetti verrà ricordato nella storia come il caso maggiormente basato su supposizioni, misteri e suggestioni della storia italiana. Su vere e proprie “leggende metropolitane” al pari delle più inquietanti storie di mostri e fantasmi. Non solo perché su di lui sono state dette molte cose imprecise e “mezze verità” capaci di ribaltare totalmente il vero senso e significato delle cose ma anche perché questo è in epoca moderna il primissimo caso di interesse mediatico (ossia del quale tute le televisioni e tutti i giornali continuamente parlano) in cui non è mai stata mostrata una sola immagine o video dell’imputato a processo.
Mai i cittadini hanno potuto vedere Massimo Bossetti durante i processi e sentirlo parlare. Mai gli fu concessa la possibilità di mostrarsi, nonostante tutti parlassero di lui, nonostante tutti fossero interessati al caso e nonostante lui e i suoi Avvocati lo volessero fortemente.
Tutto ciò ha inconsciamente contribuito ad alimentare l’aura di “suggestivo mistero” intorno alla figura di questo losco muratore di Mapello.
Vediamo le principali suggestioni che, alimentate dai media e dai processi a porte chiuse, hanno contribuito a deformare la realtà dei fatti.
Bossetti cercava la vittima intorno alla palestra quella sera
Suggestione
Solo dopo oltre tre anni e dopo l’arresto dei Massimo Bossetti venne consegnato ai media un video montato (ma commercialmente potentissimo) che mostrava diversi furgoni aggirarsi sospettosamente intorno alla palestra.
Tutto il popolo italiano credette che quello fosse il furgone del sig. Bossetti alla ricerca spasmodica della propria vittima.
E molte persone, incredibilmente, ancora lo credono.
Realtà
La realtà ha dimostrato che quelli erano più furgoni passati davanti alle telecamere in momenti ben diversi e nessuno di questi è stato identificato “senza dubbio alcuno” come quello del sig. Bossetti.
Se davvero quel video avesse mostrato il furgone di Bossetti aggirarsi in modo assai sospettoso intorno alla palestra, tale video sarebbe stato portato in aula come prova (non è stato fatto) e fin dal dicembre 2010 si sarebbe iniziato a parlare di tale video, non certo solo dopo l’arresto del muratore.
Bossetti tentò la fuga durante il suo arresto
Suggestione
Stranamente e in modo a noi incomprensibile, l’arresto di Massimo Bossetti fu interamente filmato dagli agenti. Quasi fosse un documentario. Nel momento in cui il sig. Bossetti viene individuato su una soletta posta a 6 metri di altezza e viene invitato a scendere, in telecamera si sente urlare da un agente “occhio che scappa, occhio che scappa di là!”. E un muratore risponde “non scappa, non scappa nessuno!”.
Ma la suggestione del fuggitivo, nonostante le immagini raccontino tutta un’altra storia
Realtà
In realtà, il filmato mostra chiaramente e senza alcun rischio di cattiva interpretazione un uomo che si toglie i guanti e “cammina” nel calcestruzzo verso l’unica botola e scala che lo avrebbe condotto ai piani inferiori.
Ossia, mostra un uomo che NON sta affatto scappando.
Ma l’esclamazione sicuramente fatta in buona fede dall’agente è bastata per alimentare nella gente e nei giornalisti la suggestiva (e commercialmente interessante) immagine del “fuggitivo”, nonostante le immagini raccontino proprio tutta un’altra storia
Il delitto è legato alla sfera sessuale
Suggestione
Il DNA di Ignoto 1 fu trovato e isolato solo sull’angolo di una mutandina tagliata. Questo alimentò la suggestione che tale DNA fosse quasi certamente sperma o sangue e che il delitto fosse scaturito da una tentata violenza sessuale finita male.
Violenza sessuale che ancora oggi, incredibilmente, molte persone pensano sia effettivamente avvenuta.
Realtà
In realtà, in un delitto totalmente privo di sesso, il fatto di trovare una traccia biologica incerta sull’angolo di una mutandina tagliata (e quindi facilmente trasportabile) dopo tre lunghi mesi e l’assenza totale di tale DNA su qualsiasi altra parte del corpo dovrebbe lasciare chiunque nel dubbio più totale, non certo nell’euforica convinzione di trovarsi davanti ad un tentato stupro da parte di un pedofilo che di fatto non ha mai toccato la vittima altrove e mai è stato toccato dalle sue mani.
Inoltre, pochi sanno che fu escluso che quel DNA potesse venire da residui di sperma e nemmeno è mai stato chiarito se fosse davvero sangue o saliva o sudore.
In assenza totale di segni di violenza sessuale e in presenza di un indumento tagliato e facilmente manipolabile, da dove si evince con certezza che tale delitto avesse un movente sessuale?
Bossetti è un pedofilo
Suggestione
Testo.
Realtà
Testo.
Bossetti è un bugiardo
Suggestione
Si disse che Bossetti raccontava talvolta bugie e che addirittura raccontò di essere malato di tumore per potersi assentare dal lavoro. Bugie che portarono qualcuno a nominarlo “il Favola”.
Questo “pettegolezzo” del tutto significativo in questa indagine, contribuì ad alimentare l’immagine sporca di Massimo Bossetti. L’immagine di un uomo terribile e privo di morale, di una persona cattiva e pericolosa.
Realtà
In realtà, è stato appurato che il sig. Bossetti non riceveva regolarmente lo stipendio nel cantiere in cui lavorava ed inventò delle scuse, seppur criticabili, per assentarsi al fine di andare a lavorare in un secondo cantiere.
Massimo Bossetti Giuseppe, infatti, è sempre stato descritto da chiunque lo conoscesse come una persona dall’indole buona e gentile, per nulla irascibile, violenta o sadica. Una persona premurosa nei confronti della sua famiglia e dei suoi tre figli, fedele alla moglie ed un grande lavoratore.
I polmoni di Yara avevano respirato ossido di calce
Suggestione
Per quattro anni abbiamo letto, sentito e scritto che Yara nei bronchi e nelle vie aeree aveva tracce di ossido di calcio. Un elemento che porta dritto al mondo dell’edilizia, ai cantieri. A un muratore. Come Bossetti, appunto. Nella relazione autoptica di Cristina Cattaneo, in sette passaggi diversi, è citata proprio la presenza dell’ossido di calcio.
Proprio la presenza di ossido di calcio nelle vie aeree di Yara fu considerata uno degli indizi più gravi contro Bossetti, come dice l’ordinanza di custodia cautelare.
Realtà
Come è stato spiegato con estrema chiarezza in aula dal medico legale Dalila Ranalletta: «Nei bronchi, nei polmoni e nelle vie aeree di Yara non c’era una sola traccia di calcio. Non l’ha mai inalato, non è mai stata costretta a respirare con il volto premuto contro un indumento sporco di calce. Tracce di calcio sono presenti invece sul suo corpo. Ma non è ossido. Forse idrossido, forse carbonato. Ma il calcio è il quinto elemento presente per quantità sulla Terra. Tutti abbiamo addosso tracce di calcio».