L’assenza di movente

Massimo Bossetti, nato il 28 ottobre del 1970, è un normalissimo carpentiere muratore della provincia di Bergamo. E’ sposato con un bella donna di nome Marita Comi ed è padre di tre splendidi figli. E’ in buona forma fisica e a detta di tutti un grande lavoratore.

In oltre 45 anni di vita non ha mai mostrato interesse nei confronti di minori. Mai un solo apprezzamento. Mai una mano scivolata dove non doveva. Nessuno ha mai riportato fatti o aneddoti compromettenti nei suoi riguardi.

Solo qualche apprezzamento innocuo a qualche bella signora del posto.

Massimo Bossetti non ha amanti, non ha perversioni e non ha doppie vite. Nessun vizio particolare. Niente droga. Niente gioco d’azzardo. Non è alcolizzato. Non ha dipendenze, nemmeno dal sesso.

Solo la passione per le lampade, fatte di nascosto per farsi sgridare dalla moglie che non vuole spenda soldi inutilmente.

Ha una bella moglie con la quale ogni tanto litiga e tre figli che adora. A detta di tutti e della moglie stessa, la loro è una famiglia unita con tutti gli alti e i bassi della vita di chiunque.

Massimo Bossetti non è una persona irascibile o violenta. A detta di chiunque lo conosce, è una persona mite e di indole buona.

Per quale motivo, allora, avrebbe voluto improvvisamente approcciare una bambina della stessa età dei suoi figli, rapirla, seviziarla per poi abbandonarla ancora viva in un campo vicinissimo alla strada? Per quale motivo avrebbe voluto fare tutto ciò? A due passi da casa, all’ora di punta serale, con il rischio altissimo di essere visto da tutti i conoscenti che abitano in zona e filmato dalle tante telecamere installate sul tragitto verso il campo di Chignolo?

Perché avrebbe dovuto scegliere di andare proprio nella frequentata area industriale di Chignolo d’Isola? Tutto ciò non ha senso e, infatti, nulla prova questa fantasiosa tesi accusatoria e tutto la smentisce.

Tutto ciò non ha davvero senso. Infatti, con tutta probabilità non è mai accaduto.

Massimo Bossetti non ha MAI dimostrato interesse per un minore.

Massimo Bossetti non ha MAI provato attrazione sessuale per la piccola Yara.

Massimo Bossetti non ha MAI tentato un approccio sessuale nei suoi confronti e non l’ha mai rapita nella frequentata via Morlotti.

Massimo Bossetti non ha MAI guidato per 20 minuti nel traffico con la piccola Yara a bordo del suo furgone per raggiungere la frequentata zona industriale di Chignolo d’Isola all’ora di punta serale.

Yara non è MAI fuggita da quel furgone verso il buio del campo, anziché verso le luci della strada e degli uffici (a quell’ora è dimostrato esserci persone sia sulla strada e che negli uffici).

Massimo Bossetti non ha MAI spogliato, inferto tagli precisissimi, simmetrici e non mortali e rivestito la povera ragazza nel buio totale di quel campo.

Non l’ha MAI abbandonata viva, sapendo di poter essere facilmente denunciato il giorno successivo.

La povera Yara non è MAI rimasta 3 mesi in quel luogo per nulla isolato e frequentato, sotto gli occhi di tutti, anche di chi proprio lì l’ha cercata a tappeto.

Tutto questo non ha senso. E, infatti, non può essere MAI accaduto e tutte le prove contro Massimo Bossetti sono crollate, una ad una.

Massimo Bossetti si dichiara innocente fin dal primo giorno, ha rinunciato al rito abbreviato e da oltre tre anni chiede ciò che gli spetterebbero di diritto: il riesame del DNA di Ignoto 1 e una nuova comparazione con il suo profilo DNA.

Riesame che gli spetta di diritto. Riesame che tutti dovrebbero volere visto le infinite incongruenze e perplessità che ruotano intorno a questo parziale e anomalo DNA di Ignoto 1 (per maggiori informazioni clicca qui).

Perché non permettere a Massimo Bossetti di potersi difendere. Perché negargli l’applicazione dell’articolo 111 della Costituzione e negargli così il più basilare diritto umano di difesa?

Perché, perché, perché?

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