La calce mai trovata nei polmoni

Chi è il chimico, consulente della Cattaneo nell’autopsia sul corpo di Yara, che avrebbe scambiato l’ossido di calcio con l’idrossido di calcio? L’ossido è la calce viva, quella che ustiona per intenderci. L’idrossido invece è la calce spenta, inerte perché è rimasta esposta per almeno cinque giorni all’umidità e alle intemperie.

Per quattro anni abbiamo letto, sentito e scritto che Yara nei bronchi e nelle vie aeree aveva tracce di ossido di calcio. Un elemento che porta dritto al mondo dell’edilizia, ai cantieri. A un muratore. Come Bossetti, appunto. Nella relazione autoptica di Cristina Cattaneo e Luca Taiana (consulenti della Procura), in sette passaggi diversi, è citata proprio la presenza dell’ossido di calcio.

Niente di più inesatto.

Come è stato spiegato con estrema chiarezza in aula dal medico legale Dalila Ranalletta: «Nei bronchi, nei polmoni e nelle vie aeree di Yara non c’era una sola traccia di calcio. Non l’ha mai inalato, non è mai stata costretta a respirare con il volto premuto contro un indumento sporco di calce. Tracce di calcio sono presenti invece sul suo corpo. Ma non è ossido. Forse idrossido, forse carbonato. Ma il calcio è il quinto elemento presente per quantità sulla Terra. Tutti abbiamo addosso tracce di calcio».

Eppure, proprio la presenza di ossido di calcio nelle vie aeree di Yara fu considerata uno degli indizi più gravi contro Bossetti, come dice l’ordinanza di custodia cautelare.

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